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lunedì 23 giugno 2008

Testi canzoni hip hop italiano


Raige & Zonta - Tora - Ki

Lei è l’ultimo baluardo di un era al tramonto,
c’era quando il mondo era giovane e l’uomo era solo polvere attorno
figlia di Gaia, nata dal soffio del vento
che le dava forma all’ombra del cielo che respirava
il sole sorse, la scorse
e colpito dalla sua bellezza le diede fierezza e magiche forze
zampe per correre, artigli per colpire
e zanne fatte per mordere come per stringere appigli per uscire
la notte, anche la luna la vide
e decise di darle in dono sia il buono, che il male per uccidere
l’intelligenza superiore per decidere
ma anche un animo interiore oscuro e duro, con cui convivere
fatto di scelte libere ma,
a patto di vivere per sempre nel verde e in assoluta cecità
lei accettò le responsabilità e prese la sua strada
ma già sognava degli occhi di giada.

Tora-Ki, tigre dagli occhi di giada
Tora-Ki, unica regina di Okinawa
Tora-Ki Tora, Tora-Ki Tora, Tora-Ki Tora, Tora-Ki
Tora-Ki, tigre dagli occhi di giada
Tora-Ki, unica regina di Okinawa
Tora-Ki Tora, Tora-Ki Tora, Tora-Ki Tora, Tora-Ki

Regina della corda del Pacifico
con l’animo pacifico di chi diventa sorda quando il grido è del pericolo
protettrice delle creature di madre terra
eletta dalla stessa a quel ruolo sull’orlo della guerra
il cielo che voleva il monopolio del suolo
si tingeva d’olio e scagliava loro ogni fulmine o tuono
in quel turbine d’odio, Tora aiutava i più deboli
la sola risorsa di chi non poteva difendersi
nell’ergersi, con la sua mole
il suo ruggito era la liberazione di mille parole d’amore
squarciava nubi colle zanne, sfatava il mito dei dubbi
mandava in panne i colori più cupi
salvò tutti meno uno, la cecità
la costringeva alla percezione che non arrivava fino a la
distrutta dal rimorso, contava il tempo e i suoi rintocchi
e dentro bramava a più non posso quegli occhi.

Rit.

Il desiderio bruciante la rese vittima
nel momento in cui si arrese a ciò che le pareva importante,
gridò quella notte il suo dolore alla mezza falce
con parole di miele dal sapore di sangue
dimenticò, la promessa e la sua stessa natura
ce la portò la paura e madre natura la pianse
la mandarono in trance, quelle pupille
il suo cervello era sveglio ma il corpo voleva mille battaglie
si ritrovò, ad uccidere, chi prima proteggeva
come poteva reprimere ciò, che non voleva,
si narra che uccise derise e perseguitò,
dilaniò, però lo fece mentre piangeva
il Sole dall’alto la guardò, inviò i suoi raggi
più forti degli altri e la pietrificò
ciò che si verificò, fu la fine di Tora la pura
che da quel giorno è statua di monito nella fortezza di Shura
Ora che gli occhi di giada, guardano gli occhi di giada
io lascio gli occhi di giada, per l’energia della tigre
Ora senza gli occhi di giada, guardo chi ha gli occhi di giada
e dentro quegli occhi di giada non c’è energia della tigre.

Rit.

Ora che gli occhi di giada, guardano gli occhi di giada
io lascio gli occhi di giada, per l’energia della tigre
Ora senza gli occhi di giada, guardo chi ha gli occhi di giada
e dentro quegli occhi di giada non c’è energia della tigre
Ora che gli occhi di giada, guardano gli occhi di giada
io lascio gli occhi di giada, per l’energia della tigre
Ora senza gli occhi di giada, guardo chi ha gli occhi di giada
e dentro quegli occhi di giada non c’è energia della tigre.

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